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Dimagrire all’insegna del Benessere

Una buona percezione di sè aiuta ad aumentare l’autostima, ed è proprio il corpo la fonte fornitrice dell’autoimmagine. L’attenzione, però, non va concentrata solo sulle apparenze : il corpo, innanzitutto, deve essere sano “dentro”.

Il concetto di dieta ci riporta spesso all’idea di dimagrimento forzato, di riduzione drastica del peso corporeo, attraverso una alimentazione ipocalorica. Il suggerimento che spesso do ai miei pazienti è di tentare di perdere peso lentamente, migliorando la qualità e la varietà degli alimenti e lavorando progressivamente sulla quantità, d’accordo con il loro medico.

Una dieta equilibrata, infatti, richiede un’alimentazione varia che assicuri l’utilizzo di tutti i nutrimenti di cui l’organismo ha bisogno. La parola “diaita” indicava, per i greci non solo un regime alimentare ma uno stile di vita, in armonia fra uomo ed ambiente : un equilibrio può esser recuperato al cibo in termini di piacere, consapevolezza, ecosostenibilità e salute.

Il cioccolato ed il piatto di spaghetti sono solo due tra i molti cibi che riescono a darci buonumore; la lista, infatti, comprende anche formaggi, pesce azzurro, spinaci, molluschi, arachidi, carni bianche, caffè e tè.

Ciò in quanto serotonina, noradrenalina e dopamina vengono fabbricate a partire da due sostanze, il triptofano e la tiroxina. La prima favorisce, in particolare, la produzione di serotonina che ha proprietà calmanti e sedative (si trova nelle arachidi, mandorle, tuorli d’uovo, pollo, tacchino, bresaola, fegato, pesce azzurro e formaggio in genere).

La seconda favorisce la produzione della noradrenalina e dopamina, i quali danno energia (abbonda nelle sarde, tonno, legumi secchi, semi oleosi, lievito di birra e germe di grano). Inoltre, caffè, cioccolato, tè, bibite a base di cola, contengono metilxantine, ossia l’eccitante che stimola la concentrazione e l’attenzione soprattutto nei soggetti che tendono alla depressione. L’antidepressivo per eccellenza rimane, comunque, il cioccolato in quanto, oltre a favorire la produzione di serotonina e delle endorfine, è un concentrato di sostanze utili per l’umore fra cui la feniletilanina.

In conclusione, ho voluto mostrare come una sana e particolareggiata alimentazione costituisce una tra le innumerevoli situazioni che possono condurci al raggiungimento dello stato di benessere duraturo.

Benessere a tutti i costi?

La smania di migliorare se stessi è una molla salutare che aiuta a cambiare, ma talvolta si traduce in ulteriore malessere se portato all’esasperazione.

L’idea della bellezza sembra sinonimo di un “fisico perfetto”, un ideale che, seppur fugace e irraggiungibile, agli occhi di tutti appare necessario per raggiungere la felicità.

Ecco che spuntano diete da fame, allenamenti da olimpiadi, interventi chirurgici e ogni sorta di escamotage per renderci più sani e più belli!

Il tempo libero si trasforma, così, in una maratona tra salti del pasto, allenamenti da far invidia agli atleti più esperti e sedute dall’estetista o peggio dal chirurgo di fiducia.

Sicuramente, avere cura di se stessi vuol dire prestare attenzione al proprio corpo e al mantenimento di uno standard di salute accettabile, ma stressarsi in questo modo può diventare una forma patologica.

Citando, potremmo dire:” il troppo stroppia” o ancora “la giusta via è nel mezzo”, per indicare che prestare attenzione al proprio corpo ma vivere di rinunce, non è una strada che possa portare al benessere.

Moderarsi nel mangiare va bene, ma eliminare carni rosse, pane, dolci può essere inutile e causare squilibri metabolici. Molti studi sottolineano che una buona alimentazione contiene anche una percentuali di grassi. Non è una novità ad esempio che il cioccolato faccia aumentare i livelli di alcuni neurotrasmettitori che inducono le sensazioni di piacere e di soddisfazione.

Qualsiasi alimento (anche quelli light) fornisce calorie che, assunte in eccesso, espongono al rischio di ingrassare.

Quindi privarsi di tutto non porta nessun beneficio; anzi potrebbe addirittura causare malessere e disagi.

Lo stesso discorso vale per lo sport; dove bisogna calibrare l’attività sportiva alle proprie peculiarità: non è indispensabile avere muscoli scolpiti come dei body builder o allenarsi per ore al giorno se il nostro fisico non è preparato. Gli eccessi poi si pagano anche in palestra. Passare ore e ore a fare esercizi non è detto che allunghi la nostra vita, può anche creare problemi muscolari e scheletrici. Quindi la moderazione e l’adattabilità dell’attività motoria sono due regole da seguire nel progettare un percorso di miglioramento della propria salute. Lo sport deve scaricare, divertire, rilassare e non essere un improbabile elisir di lunga vita.

Ci vuole un fisico bestiale sai, speciale sai anche per bere e per fumare sai, fumare sai ci vuole un fisico bestiale o il mondo e’ un grande ospedale siamo tutti un po’ malati ma siamo anche un po’ dottori…

….Ci vuole un attimo di pace sai, di pace sai di fare quello che ci piace sai, mi piace sai

(Luca Carboni )  

La ricerca della perfezione non passa solo per una dieta drastica o un allenamento spossante, ma oggi anche, per uno o più ritocchi dal chirurgo.

Si cerca di raggiungere un ideale troppo finto e che ci rappresenta molto poco, si rischia la vita e alcune volte si finisce per non riconoscersi più.

La domanda fondamentale che dobbiamo porci è la seguente: “ Ci sottoponiamo a tutto questo per migliorare il nostro stato di salute o solo per un’ ossessione di perfezione apparente?”

Se la risposta dovesse essere per incrementare la nostra salute, sappiate che potrebbe bastare cambiare solo alcune cattive abitudini del proprio stile di vita, per migliorarlo senza cadere in eccessi disastrosi.

Nel caso in cui vi rendiate conto che per voi l’apparire belli e sani è un “lavoro a tempo pieno”, è consigliabile riflettere sul perché di tale comportamento.

Tutti almeno una volta nella vita(forse anche di più) guardandosi allo specchio si sono sentiti come il brutto anatroccolo.

Il brutto anatroccolo diventa cigno perché è la sua natura, non perché ha deciso di trasformarsi in altro.

La bellezza è qualcosa di più di un corpo abbronzato, sodo e muscoloso.

E’ la realizzazione della persona, con le sue inclinazioni, capacità e talenti.

Dare spazio alla bellezza significa cercare un’armonia nell’insieme di quello che siamo, mettere a fuoco desideri, obiettivi, possibilità di realizzazione ma anche imparare a rinnovarsi e crescere riempiendo la nostra fisicità di un contenuto che anche l’inesorabilità del tempo non potrà mai portarci via.

Sbagliamo quindi nel tentare di raggiungere dei modelli spesso lontanissimi da chi siamo davvero, e troppo ambiziosi e irreali da ottenere.

Una corsa contro il tempo che inesorabilmente avrà il suo effetto.

Quindi stop all’auto tortura: forse vale la pena fermarsi e osservare che tutti questi movimenti esagerati a volume e ritmo fastidiosi, non sono altro che punizioni per corrispondere al modello estetico delle riviste di moda.

Non c’è bisogno di essere perfetti per essere in salute, o per piacere.

E’ auspicabile cercare “la giusta misura” per conciliare il proprio essere in un cammino verso il miglioramento ottimale.

Aumentando così la durata qualitativa della propria vita e l’autostima, l’amore verso se stessi e il proprio corpo.

E crescendo impari che la felicità non e’ quella delle grandi cose.
Non e’ quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi…
La felicità non e’ quella che affannosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente,…
non e’ quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari…
la felicità non e’ quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e’ fatta di cose piccole ma preziose…

( Anonimo)

E per concludere diciamo che, l’esasperazione del benessere ha portato alla luce nuove malattie:

Ortoressia: E’ l’ossessione maniacale per i cibi sani. Descritta per la prima volta nel 1997 dal dietologo Steven Bratman, Usa, salutista pentito. Che se l’è auto diagnosticata, quando ha capito che l’ansia di mangiare sano gli stava rovinando la vita. Si manifesta quando l’attenzione alla scelta degli alimenti e perfino alla masticazione porta al rifiuto di tutto quanto è malsano, e alla fine all’isolamento.

Euforia del corridore: E’ la sensazione di benessere che secondo alcuni studiosi sarebbe generata durante la corsa, dalle endorfine prodotte dall’organismo per proteggersi dal dolore e sopportare lo sforzo. E’ dovuta all’anandamide, un cannabinoide analogo alla marijuana prodotto spontaneamente dall’organismo.

Dismorfofobia : Detta anche disturbo da dismorfismo corporeo, è la preoccupazione ossessiva per il proprio aspetto fisico, che può portare ad ingigantire un difetto minimo o inesistente, tanto da compromettere le relazioni sociali o imporre interventi di chirurgia plastica. In casi estremi può portare al suicidio.

Tanoressia: E’ l’ossessione dell’abbronzatura a tutti i costi: un neologismo che identifica, quanti, specie giovanissimi, frequentano centri per l’abbronzatura e apprezzano il proprio aspetto solo quando sono molto abbronzati. Un fenomeno di costume che può sconfinare nel disturbo ossessivo-compulsivo, oltre ad aumentare il rischio di cancro della pelle.

Sindrome dello Yo Yo: Continuo alternarsi di diete drastiche -con conseguente dimagrimento- e periodi di recupero del peso. La conseguenza, anche a parità di peso, è uno squilibrio della composizione corporea, che porta a incrementare progressivamente la massa grassa a scapito del tessuto muscolare.

Sindrome di Highlander: L’atteggiamento degli atleti di mezza età che continuano l’attività fisica dopo l’agonismo giovanile, o la riprendono in età avanzata dopo un lungo periodo di vita sedentaria. Sono spinti dalla competitività, o da un’ elevata autostima – la sensazione di essere appunto immortali – e del benessere, generato dallo sport trascurando i pericoli derivanti da un’attività fisica intensa esercitata senza le dovute cautele.

Vigoressia – bigoressia (La sindrome di Adone): E’ il malessere degli uomini che non si vedono abbastanza muscolosi, e trascorrono le giornate in palestra. Uno studio mostra che il 30 per cento dei giovani ne soffrirebbe in forma lieve. Nei casi più gravi può portare anche all’abuso di farmaci anabolizzanti.

Siamo tutti Narciso

Dott. Luigi Mastronardi *

Dott.ssa Monica Velletrani **

Psicologo-psicoterapeuta,Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Dinamica Breve

RIASSUNTO

Si presenta la connessione tra medicina estetica e stati emozionali in soggetti affetti da inestetismi da alterazioni corporee e facciali, con struttura di personalità coerente all’esame di realtà e con una sana aspirazione a sentirsi e vedersi meglio fisicamente, e in soggetti affetti da anoressia nervosa, bulimia e dismorfofobia, la cui patologia è di natura psichiatrica.

Inestetismi quali l’acne, l’obesità, l’invecchiamento della pelle, cellulite ed alopecia areata, sono portatori di conseguenze negative per la salute fisica e mentale del soggetto che ne è affetto; associati ad essi possono svilupparsi quadri depressivi, ansia, sensazione di rifiuto e bassi livelli di autostima.

Statisticamente il 33% delle donne che si rivolgono ad uno specialista in medicina estetica, presenta alterazioni nella percezione dell’immagine corporea e il 46% degli obesi è affetto da almeno un disturbo mentale.

Il medico dovrebbe valutare adeguatamente i propri pazienti, indirizzandoli e collaborando attivamente con uno specialista della salute mentale, in particolare della psicologia del benessere, considerate anche le implicazioni sociali e culturali, se sospetta una patologia mentale correlata.

SUMMARY

The connection between aesthetics medicine and emotional state may be found in subjects suffering from facial and physical alterations, in well-balanced subjects, in subjects that care their physical well-being and in subjects suffering from psychiatric pathology like anorexy, bulimia, body dysmorphic disorder.

Acne, obesity, ageing of skin, cellulitis and alopecia areata negatively influence on physical and psychic condition of the subjects, connected pathology like depression, anxiety and feeling of refusal may be found.

Statistically 33% of aesthetics medicine specialist’s pacients (female) have an altered physical image of themselves, 46% of obeses suffers from a metal disorder.

If the doctor diagnoses a mental related phatology, he may actively collaborate with a mental illness specialist considering the cultural and social implications of this kind of phatology.

“Narciso, stanco per il lungo andare, si curvò a bere alla fonte, e nelle acque scorse una gratissima immagine. “Chi è quella bella persona?” Si chiese “Deve essere lo spirito dell’acqua”.

Mai Narciso aveva visto un volto più attraente: era incatato, incapace di distaccarsi da quello che in realtà era soltanto il suo riflesso.

“Bella creatura” supplicò “perché mi sfuggi? Sappi che ogni ninfa dei boschi e dei monti si è innammorata di me” Intanto lacrime di desiderio gli scorrevano lungo le guance e cadevano nell’argenteo pozzo d’acqua, per cui subito l’immagine scomparve.

Non riusciva più a distaccarsi dalla fonte e dalla bella creatura che vi dimorava e Narciso trascorse un giono dopo l’altro chino sull’acqua, godendosi con lo sguardo il proprio riflesso, senza capire che era il suo. Un po’ alla volta perdeva il colore, diventava trasparente, era ormai solo una cerea immagine di se stesso, uno schiavo d’amore com’era, non se ne accorgeva affatto.

Alla fine Narciso scomparve del tutto e non restò più traccia nel mondo dei viventi; il suo ultimo sguardo, mentre come era sempre era chino sull’acqua, fu per la bella immagine che vi scorgeva.

Le ninfe, che per lui avaevavo perduto il cuore, raccolsero legna e prepararono una pira funebre, sulla quale avrebbero voluto bruciarne il corpo, com’era usanza fare. Ma dei resti di Narciso non si trovò traccia, a parte un fiore a sei petali con un cuore conico, che cresceva sulla sponda della fonte dove narciso era solito inginocchiarsi.

A quel fiore le ninfe diedero il nome del bellissimo giovane e ancora oggi si chiama narciso”[1].

INTRODUZIONE

La fiaba di Narciso, un mito della nostra cultura, appare quantomai attuale. Viviamo, infatti, “bombardati” da messaggi che ci inducono alla ricerca ossessiva della bellezza estetica, l’individuo è esaltato dai mezzi di comunicazione solo se si mostra, se è bello, desiderabile…

Non si può negare che viviamo nell’epoca del consumismo sfrenato, in una realtà sempre più materialista e ossessionata dalla perfezione e il culto del corpo, in cui si sono tralasciati altri valori fondamentali. Allo stesso modo, è altrettanto importante considerare che ognuno di noi utilizza un corpo e un volto come “porta d’entrata” nel mondo delle relazioni interpersonali, per cui è impossibile negare la rilevanza del sentirsi a proprio agio e in armonia con il proprio aspetto fisico.

Per queste ragioni, gran parte degli inestetismi, quali l’acne, l’obesità, i cambiamenti della pelle ad opera dell’invecchiamento, le insufficienze vascolari periferiche, l’alopecia, tra gli altri, sono portatori di conseguenze negative, non soltanto per la salute fisica, ma sono in stretta relazione con lo stato di salute mentale e senso di benessere degli individui.

In particolare, nello sviluppo di stati depressivi, di ansia, di sentimenti di rifiuto sociale, bassi livelli di autostima e senso di sfiducia, le alterazioni fisiche sopra menzionate potrebbero portare ad un peggioramento complessivo nella qualità della vita delle persone, contribuendo ad ritiro individuale e sociale.

Per tali motivi e da questa prospettiva, la medicina estetica e la psicologia del benessere possono “lavorare” fianco a fianco e in stretta relazione, nel loro contribuire a migliorare complessivamente l’esistenza di ogni essere umano.

Nel presente articolo, si propone la relazione tra medicina estetica e stati emozionali sia in soggetti con alterazioni corporee e del volto e una struttura di personalità coerente con l’esame di realtà sia in soggetti affetti da anoressia nervosa, bulimia, dismorfofobia, la cui patologia è di natura psichiatrica.

DISCUSSIONE

Nel corso di tutto il XX secolo e in quello attuale, si sono verificati straordinari passi in avanti nel campo della scienza e della tecnologia che, congiuntamente ai consistenti cambiamenti sociali, culturali e nello stile di vita di ognuno. Tali modificazioni non sempre hanno avuto delle conseguenze sane nel comportamento e nelle abitudini delle persone; suggerendo nuovi canoni e ideali di bellezza, hanno spesso messo a dura prova il senso d’integrità della persona, proprio perchè tali ideali non sempre possono essere realmente raggiunti.

Un esempio per tutti è rappresentato dal modo in cui i mezzi di comunicazione e la pubblicità fomentano l’imitazione di modelle con corpi magrissimi, come simboli di benessere, salute, successo e potere.

I mass media hanno un ruolo fondamentale in questa promozione, ponendo il problema che per raggiungere la bellezza fisica sono necessari sforzo, costanza, disciplina e denaro. Vi è una chiara motivazione alla vendita, dove corpo e bellezza sono il pretesto e il consumo è il proposito.

La conseguenza più evidente è che l’industria del “diet” è passata da un fatturato di 147 milioni di dollari nel 1989 a 335 milioni di dollari nel 1994. Allo stesso modo, l’industria della cosmesi ha registrato un incremento cumulativo del 128.66% tra il 1991 e il 1995, con una crescita del fatturato netto da 1.5 a 3.4 bilioni di dollari.

Ciò che è stato trascurato da questi imprenditori della “bellezza a tutti i costi” è che l’aspetto fisico e la salute mentale non possono prescindere l’una dall’altra, sono sempre in stretta interconnessione. Il disagio causato dal sentirsi poco attraente si colloca in un continuum che va da livelli lievi di malessere psicologico, fino ad arrivare a forme gravi di disturbi nevrotici, psicotici e di personalità. Attraverso la lettura dei risultati di diverse ricerche, si è potuta rilevare l’associazione tra alterazioni emotive e cognitive con la presenza di patologie estetiche. Nella maggior parte dei casi è difficile stabilire quale dei due aspetti sia stato il primo a comparire, se la malattia mentale o quella fisica.

È stato dimostrato che il sentimento di insoddisfazione per la propria immagine corporea dà luogo ai seguenti disturbi psicologici:

  1. Scarso livello di autostima. Diversi studi al riguardo confermano che tra il 25% e il 40% del livello di autostima è in relazione con l’immagine corporea percepita come negativa o positiva, dimostrando così, che se un soggetto percepisce il proprio corpo come non piacente, gli risulta molto difficile amarsi “dentro”;
  2. Difficoltà nelle relazioni interpersonali con problemi d’ansia nelle situazioni sociali. Considerare la propria persona come non piacente dal punto di vista fisico, genera paure nelle situazioni sociali e di esposizione personale e induce ad adottare comportamenti di “fuga”;
  3. Problemi nella sfera sessuale. La persona sente che il proprio corpo nudo è brutto ed inaccettabile. Quest’idea incrementa lo stato d’ansia con ricadute negative sul comportamento sessuale. Si concentra l’attenzione a vedere come si presenta il proprio corpo, piuttosto che al piacere dell’esperienza in sé.
  4. Disturbi depressivi. Questi alimentano il circolo vizioso del rifiuto della propria immagine, fino ad arrivare a vissuti di disperazione e severa autocritica.
  5. Disturbi della condotta alimentare.Tali comportamenti possono dar luogo a quadri clinici gravi quali l’anoressia nervosa e la bulimia.

È importante sottolineare, che queste alterazioni oltre ad avere una rilevanza a livello estetico, mentale ed emotivo, possono inficiare la salute di sistemi e organi vitali, come nel caso dell’obesità e l’insufficienza vascolare periferica.

Andiamo a vedere ciò che dicono studi scientifici accreditati al riguardo di alcuni fra i più comuni disturbi della sfera estetica.

OBESITÁ

Questo disturbo richiama immediatamente una stigmatizzazione sociale non meritata: gli obesi sono rappresentati socialmente con lo stereotipo dello “stupido” e del “lascivo”. Non si dovrebbe trascurare, invece, che l’obesità infantile potrebbe minare profondamente il senso di autostima durante l’adolescenza, fino ad arrivare a gravi stati di tristezza, solitudine e aggressività, con l’aumento di comportamenti a rischio come consumo di tabacco e alcool.

ANORESSIA E BULIMIA

Le persone affette da anoressia nervosa presentano dei tratti psicologici particolari. Sono perfezioniste, ossessive, emotivamente immature, fortemente competitive, intelligenti e molto dipendenti dalla famiglia. La loro autostima dipende dal peso e dalla dieta. Sono poco coscienti del loro problema e difficilmente arrivano a chiedere aiuto per la perdita di peso. Generalmente si consultano con il medico per le conseguenze somatiche causate dalla mancanza di alimentazione.

Le persone affette da bulimia, sono emotivamente instabili, impulsive e depresse, con tendenze all’automedicazione. Hanno uno scarso senso di autostima, incompetenza sociale e un grande bisogno di approvazione esterna. Come le anoressiche, sono affette da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per la dieta. Generalmente si tratta di donne con tendenza al sovrappeso che presentano sintomi ansiosi (per es. nelle situazioni di esposizione sociale).

DISMORFOFOBIA

I pazienti che presentano tale disturbo si caratterizzano per un comportamento di continua ricerca di conferma: guardarsi allo specchio, nei vetri delle auto, negli specchietti retrovisori, vetrine, ecc. (mirror-checking). Si presentano anche dei comportamenti di mascheramento dei difetti, di maquillage di una zona del corpo e utilizzo di cappelli e barbe per coprire cicatrici o altri difetti.

La diagnosi è esclusivamente clinica e dovrebbe essere riconosciuta quanto prima da dermatologi e chirurghi plastici, soprattutto in presenza di lamentele incosistenti e ripetitive riguardanti il proprio aspetto fisico. In questo modo si eviterebbero trattamenti chirurgici non necessari.

L’insoddisfazione nei confronti dei trattamenti chirurgici, trapianti di capelli, ecc., è la normalità in questi pazienti, che possono presentare in alcune occasioni tratti narcisistici e paranoici di personalità e sono spesso aggressivi ed ostili.

ACNE

L’acne, nella sua forma più estesa facciale e nodulo cistica, può inficiare il funzionamento psicologico dei pazienti che ne sono portatori, trattandosi di soggetti in età adolescenziale.

Le deformazioni facciali possono incidere notevolmente sulla percezione dell’immagine personale e sull’autostima: gli individui con personalità premorbose e con acne (non necessariamente nelle sue forme più gravi), possono sviluppare disturbi psicologici e sociali.

Diversi studi hanno rilevato la correlazione tra acne, sviluppo della depressione e rischio di suicidio.

RISULTATI

I risultati statisticamente significativi ai quali si è giunti negli studi al riguardo più recenti sono i seguenti.

Il 33% delle donne che si rivolgono ad uno specialista di medicina e chirurgia estetica, presentano alterazione nella percezione dell’immagine corporea; mentre nella popolazione totale, la percentuale delle persone “ossessionate” dal proprio aspetto fisico risulta essere del 10%.

OBESITÁ

Vi sono pochi studi che riguardano quest’area, comunque si è rilevata una percentuale del 46% di pazienti che soffrono contemporaneamente di qualche disturbo mentale. Le diagnosi prevalenti e le loro percentuali di presenza sono: disturbo compulsivo 27%, bulimia atipica 6.7%, diturbi dell’adattamento 15.2%, disturbi di personalità 10%.

ANORESSIA E BULIMIA

I soggetti affetti da anoressia, spesso soffrono anche di disturbi d’ansia, incluse fobie e disturbo ossessivo-compulsivo. Circa il 25% sono affetti da fobie sociali. Tra il 40% e il 80% di tutti i pazienti con tale disturbo soffrono di depressione.

Nei bulimici la percentuale di mortalità è di circa il 5% per suicidio causato da depressione e ansia.

DISMORFOFOBIA

In una serie estesa di 130 casi esaminati, il 30% era stato ricoverato; la media degli inteventi era di 2 ± 1.3, e alcuni pazienti erano stati operati fino a sei volte. Questi pazienti di solito sono molto dipendenti e le loro aspettative sono più idealizzate che reali.

ACNE

Il 50% degli adolescenti con acne soffrono d’ansia causata dalla loro malattia,tra il 18% e il 44% di depressione e fra questi il 10% avrà un excursus psicopatologico cronico indipendente dall’acne. Il 5.8% dei pazienti affetti da acne, possono presentare fantasie di suicidio.

ALOPECIA AREATA

Lo studio di Ferrando e coll. ha rilevato una psicopatologia nel 77.2% dei pazienti, con una prevalenza di disturbi psico fisiologici (29.8), il disturbo misto ansioso-depressivo (15.8%), il disturbo dell’adattamento depressivo (8,8%), il disturbo di ansia (8.8%) e crisi d’angoscia (5.3%).

CONCLUSIONI

Tendendo conto di questi dati, è di primaria importanza valutare lo stato emotivo e mentale dei pazienti che fanno richiesta trattamenti di medicina estetica, così come considerare le aspettative del trattamento, le fantasie, complessi, paure, livelli di ansia e depressione.

I pazienti con disturbi nella percezione dell’immagine corporea non dovrebbero essere trattati esclusivamente dal punto di vista estetico. Il medico estetista dovrebbe avere la possibilità di effettuare una valutazione dell’area cognitiva ed emotiva, per chi si rivolge a lui per una consulenza, indirizzando eventualmente a professionisti della salute mentale.

Quest’ultimo punto è di fondamentale importanza, ma è necessario fare alcune considerazioni. Abbiamo visto come lo stato mentale ed emotivo dell’individuo influenza il suo aspetto esteriore ed è altrettanto vero anche l’opposto. Il concetto di benessere, se si vuole prescindere dalle mode del momento e ricercarlo tra quei valori perduti, di cui si menzionava sopra, è dunque connesso allo stato di salute, alla serenità interiore, al sentirsi in armonia con il corpo e con la mente, al sentirsi a proprio agio con se stessi e con gli altri. Tale vissuto ha sempre un significato soggettivo, rispetto al quale non ci sono criteri fissi, né ad esso si possono subordinare i sentimenti e i desideri di ciascun individuo. Non si tratta nemmeno di apportare unicamente cambiamenti al proprio corpo, al fine di vivere un’esistenza all’insegna del benestare e della migliore qualità della vita.

La psicologia del benessere, propone la possibilità vera di un “completo star bene”, attraverso il passaggio da un concetto utopico alla realtà; senza di questo, si corre il rischio di inseguire un ideale mai raggiungibile, mai afferrabile, inseguire un sogno e fare la fine di Narciso del nostro racconto iniziale.

La psicologia del benessere propone di superare i valori del mercato per accompagnare l’individuo nella sua ricerca di “vera soggettività”, non soltanto dove esista una richiesta esplicita di sostegno terapeutico, ma dove sia forte il desiderio d’espansione dell’autonomia personale.

Collaborare con la medicina estetica è un ambito possibile d’attuazione ai fini di tale importante obiettivo.

MATERIALE E METODI

La metodologia utilizzata nel presente studio è stata l’analisi e lo studio delle ricerche e delle statistiche attuali che riguardano l’argomento della psicologia e della medicina estetica. Le statistiche riportate indicano la correlazione tra in estetismi e quadri psicopatologici.

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