Categoria: <span>Il benessere naturale</span>

Centri benessere, protocollo completo

I INCONTRO

Colloquio (circa 20 minuti)

  • Valorizzazione della scelta
  • Ottimizzazione delle risorse disponibili ed ottenute con il trattamento
  • Perfezionamento dei risultati conseguiti e da conseguire
  • Presentazione delle attività dei tre incontri
  • Motivare all’apprendimento delle tecniche di rilassamento
    • Spiegare l’obiettivo del test

Nel corso del colloquio si potrebbero inserire frasi come quelle che seguono per motivare alle tecniche di rilassamento e spiegare l’obiettivo del test.

Ad ognuno di noi è capitato, almeno qualche volta, di sentire il corpo “irrigidito” e la mente “ostruita” da cattivi pensieri. Forse qualche volta ci è sembrato difficile staccare la spina e ritagliarci qualche spazio di tranquillità. Somministreremo un test che ci aiuterà a valutare il suo livello di tensione in questo momento, dopodiché  in questi tre incontri le insegneremo delle semplici tecniche di rilassamento, utilizzabili da chiunque in qualsiasi momento.

Test (ASQ- Scala d’ansia IPAT)  (circa 10 minuti)

Tecnica di rilassamento (Metodo Silva) (circa 20 minuti):

  • Certamente già le semplice lettura delle frasi del test le ha fatto venire in mente delle situazioni in cui si è sentito teso, nervoso, o comunque preda di emozioni sgradevoli per lei.

Queste tecniche che le insegneremo servono appunto ad allontanare le tensioni e i malesseri che si creano nella vita di tutti i giorni.

  • Come prima cosa si metta comodo, in modo da sentirsi a suo agio, trovi  la posizione più adatta per lei e chiuda gli occhi. La chiusura degli occhi è importante, perché ci aiuta a concentrarci su noi stessi e sulle nostre sensazioni. Tuttavia,  se in questo momento le risultasse particolarmente difficile o le desse delle sensazioni sgradevoli non si forzi, lasci che gli occhi si chiudano da sé quando vorranno.
  • Adesso cominci  a respirare lentamente e profondamente, fino a trovare un ritmo che sia piacevole e rilassante per lei. Senza fretta, si  prenda  tutto il tempo di cui ha bisogno per sentire il respiro che diventa profondo e regolare. Inspiri  lentamente e quando espira ripeta  mentalmente “Sono rilassato”
  • Conti  lentamente da 100 a 1
  • Si concentri  sul volto e individui eventuali tensioni sui muscoli facciali e intorno agli occhi. Provi a farsi un immagine mentale di queste tensioni (potrebbe essere una corda  legata con un nodo oppure un pugno chiuso) e quindi la immagini  mentalmente rilassarsi e distendersi (come un elastico afflosciato)
  • Si renda conto del volto e degli occhi che si rilassano. A mano a mano che si rilassano sente un’onda di rilassamento diffondersi in tutto il corpo.
  • Tenda i muscoli del volto e attorno agli occhi, stringendoli forte, poi li rilassi e senta  il rilassamento diffondersi in tutto il corpo.
  • Si sposti lentamente lungo il corpo (mandibola, collo, spalle, dorso, braccio e avambraccio, mani, torace, addome, cosce, polpacci, caviglie, piedi), finché ogni parte è più rilassata. Per ciascuna di queste immagini  mentalmente la tensione (si ricorda, come una corda legata), poi immagini la tensione che si scioglie e consente il rilassamento.
  • Ora evochi un luogo naturale di sua conoscenza, dovunque le piaccia. Si concentri mentalmente sui dettagli di colori, suoni e profumi.
  • Continui  a immaginarsi in uno stato molto rilassato in questo luogo naturale (concedere almeno 2-3 minuti).
  • Si ripeta  mentalmente: “manterrò sempre i risultati positivi conseguiti con questo trattamento”.
  • Si dica  che al numero tre, quando aprirà  gli occhi , sarà completamente sveglio e si sentirete meglio di prima. Conti fino a tre e quando aprirà gli occhi se lo ripeta: “sono completamente sveglio e mi sento meglio di prima”

Alla fine dell’incontro si chiede alla persona come si sia sentita e la si invita a ripetere più volte l’esercizio fino al prossimo incontro. Se la persona riferisce di non essere riuscita a rilassarsi si insiste sull’esercizio costante. Si danno consigli su quelle che sono le condizioni ottimali per  esercitarsi (posizione, rumori, luce, temperatura). Magari si possono lasciare delle istruzioni scritte che possano fare da promemoria:

Le fornirò, adesso delle indicazioni riguardanti il momento e lo spazio più adatti per raccogliersi in se stessi e per rilassarsi. Tenga presente che si tratta di indicazioni generiche: non esiste infatti il momento più adatto o lo spazio migliore per tutti. Con il tempo lei troverà il proprio spazio e il proprio tempo ideali, che le consentiranno di sentirsi più a suo agio e di riuscire a distendersi meglio.

In ogni caso, però, esistono delle condizioni che possono facilitare il raccoglimento e la capacità di rilassamento:

  1. a)      Se non vive da solo, chieda alle persone che convivono con lei di rispettare quel poco tempo di isolamento e di concentrazione di cui ha bisogno per rilassarsi; magari stacchi il telefono e riduca al minimo tutti i potenziali fattori di disturbo.
  2. b)      E importante trovare una posizione comoda, in cui tutti i muscoli del corpo siano completamente distesi e rilassati e in cui il respiro possa fluire liberamente. E’ bene che la luminosità e la temperatura siano adatte a favorire uno stato di rilassamento: la luce dovrebbe essere bassa e soffusa e l’ambiente sufficientemente riscaldato.
  3. c)      La chiusura degli occhi è fondamentale
  4. d)      E’ importante respirare profondamente e lentamente. Il respiro deve fluire liberamente, non deve essere controllato ne forzato. E’ necessario mantenere un ritmo regolare di respirazione.
  5. e)      Non bisogna avere alcuna fretta. E’ importante, prima di ogni esercizio ripetere a se stessi: “Con molta calma ora mi rilasso. Non ho nessuna intenzione di correre. Posso fare gli esercizi con tutta la calma di cui ho bisogno”.

 

La Spiritualità

La spiritualità è il rivolgersi all’incognito, all’invisibile, l’ipotesi che vi sia qualcosa al di sopra del “vivere quotidiano” e che spesso lo arricchisce di significato: qualcosa a cui non si può accedere attraverso i sensi ma che presuppone, dunque, la fede.

Risulta complesso dare una definizione di fede, in quanto è una sensazione semplice che viene sentita nell’intimo del nostro Sè: le parole, infatti, non sempre riescono a trasmettere in modo esaustivo un sentimento o un’esperienza interna. La fede è un importante componente che facilita il raggiungimento di un equilibrio interiore: alleggerisce i nostri timori e, come un soffio, ci incoraggia a proseguire. Ciò che occorre sottolineare è che spiritualità e religiosità non sono sinonimi di religione: la religiosità, infatti, si configura come una disposizione interiore innata nell’uomo che può ,o non, manifestarsi attraverso l’adesione ad una religione specifica. In questo modo la spiritualità si configura come qualcosa di naturale e spontanea nell’uomo poichè nasce dal suo intimo, rendendolo potenzialmente disponibile al sovraumano. La religione costituisce una delle possibilità attraverso la quale questo potenziale interiore può trovare una via di legittimazione. Il ruolo delle religioni non è altro che il dare agli uomini la possibilità di vivere, attraverso fenomeni collettivi, quel senso di misticismo che ognuno porta dentro di sè.

Attraverso la spiritualità possiamo capire meglio e anche accettare in modo più tollerante riti e credenze diverse da quelli che abbiamo scelto noi; il fatto è che non importa il modo in cui venga vissuto questo sentimento, ma ciò che conta, perchè risulti benefico all’individuo, è l’apertura personale alla dimensione spirituale.

Da un punto di vista psicologico, la spiritualità viene definita

come un fenomeno intrapsichico ed innato; in termini psicoanalitici, la spinta interiore dell’uomo alla spiritualità deriva dall’istinto di vita o di amore, cioè dalla tendenza vitale di legame e di unione. L’evoluzione del comportamento religioso nella storia di una persona dipende da diversi fattori soprattutto quelli ambientali: l’esperienza relazionale positiva con la madre fornisce all’individuo la base primaria per una futura apertura al trascendente come altrettanto fondamentale risulta il contatto con il padre, proprio in quanto rappresenta la figura della forza, della protezione che convalida e rassicura e quindi accresce i sentimenti di fiducia e sicurezza del bambino. il modello di vissuto religioso avuto dalla famiglia costituisce un punto di riferimento per la nostra spiritualità, a partire dal quale viene spinto il nostro contatto con il trascendente.

Con l’adolescenza, poi, acquistando un maggior sviluppo interiore e diventando più autonomi, si passa ad avere una capacità di scelta più consonante alle nostre vere credenze ed aspirazioni. In questo momento diventa possibile, dunque, trovare una modalità personale di vivere la propria fede che sia in armonia con il nostro sentire profondo.

Ma a questo punto possiamo chiederci “perchè l’uomo si interessa tanto alla dimensione spirituale della vita?”, “in che modo ciò ci aiuta a sentirci bene e ci permette di trovare la pace interiore?”. L’importanza della spiritualità è data, soprattutto, dalla possibilità di avere, attraverso essa, una visione più leggera del mondo ed un maggior senso di speranza; le persone che coltivano la propria spiritualità sono più ottimiste e felici avendo un positivo sentimento di fiducia nel futuro, in se stessi e negli altri.

Oltre a rafforzare questa dimensione, è necessario sviluppare la capacità di affrontare da soli gli eventi e, quindi, la progressiva conquista di una maggiore fiducia in noi stessi. Con questi strumenti si costruisce una visione positiva della vita permettendo in tal modo che la speranza si sovrapponga al dolore così come la fede alla morte. La spiritualità deve, quindi, essere vissuta con tutti noi stessi e non soltanto con la ragione, come un’esperienza totale e trascinante più emotiva che intellettiva.

 

La Relazione fonte di benessere naturale

Nella vita di tutti i giorni, siamo inevitabilmente immersi in una molteplicità di relazioni più o meno importanti che qualificano la nostra giornata, rendendola piacevole o meno senza che ce ne accorgiamo. L’uomo è definito l’essere sociale per eccellenza, nel quale sono racchiuse molteplici sfumature e potenzialità che lo rendono tale rispetto ad altre creature, ovvero gli permettono di relazionarsi con il mondo attraverso qualità proprie innate.

La relazione è definita il legame che unisce due o più persone ed i motivi per cui gli uomini si relazionano sono molteplici, il più probabile è racchiuso nella natura stessa della persona in quanto individuo inducendolo a sviluppare capacità il cui unico scopo è quello di rapportarsi ad altri suoi simili.

E’ nella comunicazione che si apre la relazione, ognuno con la sua identità personale pezzo dopo pezzo in tutti gli scambi di parole e azioni che abbiamo con gli altri esseri umani.

Ma quando la comunicazione è benessere?

Indubbiamente quando è efficace, cioè quando mette in moto relazioni sociali. I significati, le potenzialità ed i valori riescono a trovare uno scambio tra le persone e costruire un clima costruttivo, di crescita e gioia di esserci. In questo senso la visione della Psicologia del Benessere è un approccio globale all’automiglioramento e allo sviluppo del potenziale umano che nel rapporto con gli altri trova la possibilità di esprimersi.

Quindi è attraverso gli altri che attiviamo noi stessi e ci permettiamo di sperimentare quello che siamo, ma sorge una domanda: “Bisogna essere consapevoli della propria capacità relazionale per costruire le relazioni o tale capacità si sviluppa attraverso i rapporti stessi?”. In effetti i rapporti umani si caratterizzano per la loro complessità, per la natura di scambio che sottende il loro dispiegarsi, ma un punto fondamentale dal quale partire è senz’altro se stessi, la propensione che si ha verso l’autorealizzazione, al vivere positivo ed in armonia con il mondo.

Senza un buon grado di autostima non ci permetteremo mai di avvicinarci serenamente ad una persona, avremo comportamenti impacciati e confusi. Attraverso l’autostima si possono aggiungere piacere e sicurezza, e questo permette di avere relazioni interpersonali più efficaci, aumentando al capacità di comprendere e di ascoltare meglio le proprie esigenze, ma anche quelle delle altre persone. Senz’altro gli altri contribuiscono ad accrescere la percezione che abbiamo di noi, ci forniscono feedback continui che aiutano a crescere.

Quali sono i mezzi e gli strumenti di cui ci serviamo per comunicare? Il linguaggio nelle sue più vaste espressioni esprime la nostra persona anche senza esserne consapevoli: oltre alla comunicazione verbale costituita dalla “parola” esiste una comunicazione non-verbale che si esprime attraverso la gestualità e la postura del corpo. Inoltre si possono individuare differenti livelli di comunicazione. Il primo è di carattere descrittivo, una azione assimilabile a quella del bambino che descrive la realtà che scopre intorno a sé. Il secondo livello di comunicazione riguarda l’espressione delle emozioni. Infine il terzo livello di comunicazione riguarda la creazione e l’alimentazione di legami e rapporti tra le persone, sia in positivo, con l’acquisizione di un livello di conoscenza o amicizia, sia in negativo nei conflitti e negli scontri relazionali.

 

Esistono delle “regole” per una comunicazione efficace e si possono imparare, proprio come si impara a leggere, sono degli spunti che vengono offerti per comprendere cosa in noi impedisce di avere buone relazioni, ciò si può ricercare nella timidezza, senso di inferiorità, insicurezza, eccessiva sensibilità, paura di sbagliare , paura di essere giudicati e molte altre componenti.

Perché la relazione è fonte di Benessere? La relazione è un forte veicolo di emozioni e noi viviamo di emozioni le quali definiscono la peculiarità del nostro vissuto.

L’individuo “sente” delle variazioni corporee riferite al corpo nel suo insieme da cui però emerge non l’informazione specifica circa eventi corporei, ma sensazioni soggettive di piacere-dolore. Se questa componente tende a protrarsi nel tempo e a collegarsi con uno stimolo esterno può comparire il fenomeno dell’affetto. L’emozione rappresenta innanzi tutto un comportamento di risposta che insorge in rapporto a determinati stimoli prodotti dall’altro.

Le emozioni rappresentano anche una condizione di relativa instabilità omeostatica. E’ la risposta individuale per ristabilire l’equilibrio omeostatico modificato dall’incontro con l’altro e sono, dei modulatori del comportamento.

Un processo di selezione della specie durato milioni di anni ci ha costruito un cervello specializzato nel raccogliere i segnali sociali. E il nostro benessere psicologico dipende dalla qualità dei nostri rapporti con gli altri. Non a caso la peggiore punizione che si può infliggere a un bimbo è il castigo in camera e a un adulto la detenzione in carcere: entrambe colpiscono il bisogno di compagnia.

La dimensione soggettiva è allora al primo posto, quale unico modo per relazionarsi al mondo. La Psicologia del Benessere è focalizzata su questa dimensione, oggi spesso negata ma che ha grande necessità di essere maggiormente sviluppata. Nel mondo di oggi si tende ad annullare questa dimensione: l’uomo non sente l’interesse per gli altri, ma si prodiga al raggiungimento di propri progetti e di propri scopi. I valori umani come rispetto, solidarietà e onestà sono passati in secondo piano, soppiantati da egoismo e individualismo. Attraverso invece la riscoperta della propria dimensione naturale la Psicologia del Benessere riscopre l’individuo nella sua bellezza, le risorse personali spesso abbandonate generando così sentimenti di insoddisfazione e depressione.

Gioire degli altri significa offrire spazio dentro di sé non più a se stessi ma anche al mondo che ci circonda. E’ l’antitodo alla solitudine e alla chiusura che ognuno, almeno una volta nella vita ha sperimentato. Si può generare un circolo vizioso in cui le difficoltà che ci impediscono di relazionarci si auto rinforzano generando ancor più una condizione di isolamento e si tende così a vivere sempre più una condizione di annichilimento verso il mondo esterno.

I dati statistici possono confermare che oggi la solitudine è uno dei nostri maggiori nemici ed influisce notevolmente sul nostro sistema immunitario, chi è solo raddoppia o triplica la probabilità di una morte precoce, conducendo una vita grigia senza gioie, con una pigrizia psicologica che giorno dopo giorno prende il sopravvento. Ma questa paura degli altri porta spesso a comportamenti sempre più anti-sociali che produco spesso l’effetto di allontanare le persone da sé. In molti casi i rapporti sociali operano notevoli effetti positivi sulla salute ed evita di ricorrere ai farmaci.

Nella reazione possiamo gioire, sentire l’armonia con l’esterno e l’amorevolezza che ognuno porta nell’anima ha la possibilità di esprimersi. E’ inevitabile acquisire maggiore positività verso la vita quando diamo spazio a chi siamo. Così la positività, come la negatività si auto rinforza generando sentimenti sempre più positivi e dandoci la certezza che le cose intorno a noi possono cambiare se lo volgiamo anche se questo richiede un piccolo sforzo. Il benessere che viene sperimentato allora è proprio questo stato di apertura all’altro che ci tranquillizza e non ci fa sentire soli. L’attenzione della Psicologia del Benessere è basata proprio su insegnamenti che traggono la loro origine dalle antiche tradizioni di saggezza. Può essere definito come un metodo di auto miglioramento, ma anche qualcosa di più, è un processo di crescita che si muove in armonia con i ritmi evolutivi della natura. Aiuta cioè ogni persona a costruire, in modo autonomo, una personalità che si ponga verso il mondo in modo positivo e costruttivo insegnando che si può trarre gioia dalla vita se lo vogliamo veramente.

E’ solo attraverso il “fenomeno della relazione, quindi comunicazione” che possiamo sperimentare le differenti emozioni di cui siamo capaci. Cerchiamo nella relazione ciò di cui abbiamo bisogno: che può essere un amico con cui confidarsi o qualcuno con cui condividere le nostre esperienze. Inoltre, impariamo a camminare per la strada a testa alta guardando le persone e sentendoci immersi nella moltitudine che abita il mondo. I livelli di relazione possono essere molto diversi e si può agire ad ogni livello: dall’incontro occasionale alla persona a noi più vicino ma entrambe fanno sentire di esserci.

 

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