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Sono un uomo di 43 anni sposato da 16. Mia Moglie..

Sono un uomo di 43 anni sposato da 16 . Mia moglie da circa 7 anni mi accusa di non avere abbastanza attenzione per lei e questo la fa stare male. 4 anni fa dietro sua richiesta siamo andati in un consultorio familiare, dove ci è stato detto, anzi le è stato detto ” in parole povere” di essere incontentabile. Io ho cercato comunque di darle di più, ma sembrava non bastare mai, così ci siamo lasciati e poi ripresi, ma i problemi dopo poco sono riemersi e da allora non facciamo altro che lasciarci e riprenderci. Adesso la situazione è cambiata perchè quando mi sbatte in faccia che manco in qualcosa e che dunque ne dobbiamo parlare io non riesco a parlarne “sono stanco” e mi sento arrabbiare talmente tanto che voglio andare via per evitare di farle del male, ma mi blocca e allora non ci vedo più. Qualche mese fa siamo andati da uno psicologo che a lei ha “diagnosticato ” una carenza affettiva e per quanto riguardava me non c’era niente che non andava. Io non credo che sia così.

Anzi credo che io abbia un problema, quello di non riuscire più a controllare la mia ira, e per questo voglio essere aiutato, ma non so a chi rivolgermi. La prego mi indichi chi e come. La ringrazio.

Risposta:

Gentile amico, la vita di coppia, come lei sa, è molto difficile. E’ fatta di pesi e contrappesi, di dare ed avere, di rinunce, di sacrifici, di limitare il proprio spazio e restringere il proprio territorio, però tutto questo in cambio di compagnia, di comprensione, di affetto, di solidarietà, di scambio di emozioni: in una parola di volersi bene. Ora se il gioco vale la candela, allora ognuno è disponibile a fare rinunce ed a limitare come detto i propri spazi. Se ci crediamo nella vita di coppia, oppure il nostro partner vale l’impresa di mettersi continuamente in gioco,allora tutto questo può avere un senso. Se invece il sacrificio è troppo grande e non riusciamo a trovare consolazione nella vita di coppia, allora è meglio lasciare perdere,serenamente ma con fermezza.
Ma se viceversa, come mi sembra, il nostro partner ci piace , allora vale la pena tentare il tutto e per tutto, e fare qualunque cosa affinché i caratteri si collimino, si comprendano, e si impari (perché di questo si tratta) a stare insieme, a lavorare insieme per la famiglia, per l’unità, per l’educazione dei figli e per tutto quello che sarà il proprio futuro.Nel suo caso, essendo argomento di portata generale, non me la sento di darle consigli di comportamento precisi, se non quello più semplice, di tentare prima la strada di un’analisi personale separati, e poi una di coppia, in modo di appianare le reciproche asperità separatamente e poi una volta chiarite le rispettive posizioni passare ad osservarle insieme, con un altro terapeuta. Auguri.

Ho 36 anni, sono separata da 3 anni e da 2 frequento…

Ho 36 anni, sono separata da 3 anni e da 2 frequento un uomo di 38 separato da 2 anni e con 2 figlie una di 10 e l’altra di 14. Sono rimasta perplessa quando ho saputo che da quando sono nate le bimbe dormivano la piccola in una stanza con la mamma e la grande in un’altra nel letto matrimoniale col padre, matrimonio finito e il padre è andato a vivere con i suoi genitori e la grande ha continuato a dormire col padre, mentre la piccola nella camera da letto con la nonna.. il nonno sul divano in sala. Fino a quest’estate che lui ha cominciato a venire a dormire da me. Mentre con la piccola abbiamo un rapporto equilibrato di rispetto e di grande affetto … mi sento molto “mamma”con la grande è cominciata malissimo. Ha minacciato il padre che non lo voleva + vedere se c’ero io, in tutti i modi, ha cominciato anche a minare la mia credibilità con falsità (raccontando in lacrime alla nonna che io ad un amico del padre e alla madre avrei detto che volevo che lei sparisse e che la odiavo, il padre e la nonna hanno verificato credendole inizialmente e questa si è rivelata una menzogna inventata, ma non le hanno detto nulla, poi ha detto al padre che io le avevo dato un cioccolatino scaduto x avvelenarla e farla stare male). Poi si era calmata, in compagnia con noi però non voleva che ci fosse un minimo scambio di affettuosità o complicità, pena,: crisi di pianto e musi, così abbiamo fatto.
A Natale come regalo ha voluto dormire dai nonni a letto col padre, io ero a casa mia e quando il giorno dopo sono andata la e ho abbracciata il mio lui …la crisi di pianto in camera con la nonna e il Lui che la consolavano. Pur essendo fisicamente sviluppata non ha interesse x i ragazzini della sua età come succedeva a me alla sua età, ma cerca la fisicità col padre, le si butta addosso, lo bacia sulla bocca.Una volta lui era sdraiato sul letto e lei gli si è sdraiata sopra baciandolo ripetutamente…io mi sono sentita in imbarazzo (sono normale?) Lei tende ad isolarlo da me e la sorella (di cui ha comunque atteggiamento da madre) e abbracciarlo e allontanarlo fisicamente da me.e quando lo bacia e abbraccia mi guarda come in segno di sfida.
Ne ho parlato con lui che evita anche di tenermi la mano x non turbarla e lui dice che la bimba è affettuosa e coccolosa per natura, e la cosa parte da lei e non da lui ma ho visto che è solo con lui che si comporta così, dice che sono gelosa e che non c’è niente di male o malizioso a dormire abbracciato a Lei, anche se a lui a volte danno fastidio certe cose.

Io non capisco perchè mio padre era affettuoso ma fino a + o meno 11 anni poi mi vergognavo anche a farmi vedere nuda e ho evitato le coccole esagerate. Sono all’antica? Come posso affrontare la situazione che sento non troppo normale? Mi aiuterebbe?

Grazie infinite

Risposta:

Gentile amica,condivido le sue perplessità e certamente devo osservare che ciò che mi racconta non è l’atteggiamento che si può consigliare in un rapporto padre-figlia. Ma mi spiego meglio perchè non vorrei sembrare bacchettone od antiquato. Immaginiamo che la vita emotiva dei bambini sia come una lavagna bianca su cui scrivere storie che possano rimanere impresse nella memoria dei figli. Se queste storie sono belle ed affascinanti ecco che i ricordi che rimarranno saranno belli ed affascinanti, se le storie che noi scriviamo sono brutte e poco edificanti di conseguenza i ricordi saranno altrettanto brutti e poco edificanti. Quindi la regola dovrebbe essere quella di educare i figli senza generare confusioni di ruoli e di atteggiamenti, di trattarli come materia delicata ed in formazione, come una piantina esposta ai venti ed alle intemperie per cui per farla crescere rigogliosa ed in buona salute bisogna proteggerla ed assisterla fino allo sviluppo.Ciò che mi racconta sembrerebbe non andare in quella direzione, perchè esiste una confusione di ruoli, in quanto i bambini non sanno distinguere ciò che è lecito da ciò che potrebbe risultare deviante per la loro educazione psicologica. E certi atteggiamenti (eccessiva intimità, abitudini che un domani potrebbero determinare perplessità, contiguità di tipo pseudosessuale,…) non andrebbero incoraggiati proprio perchè attengono ad un comportamento maturo e assolutamente non parentale,laddove il ruolo del genitore è quello del super partes che segue l’educazione dei figli, con il rispetto della loro sensibilità e della loro mancanza di strumenti per capire e per decidere

Direi allora che, fermo restando il mostrarsi affettuosi e disponibili verso la richiesta di attenzioni, sarebbe necessario eliminare gli atteggiamenti pericolosi per la loro formazione (un padre lascerebbe guidare la sua auto ad un adolescente? Lo farebbe ubriacare con lui? Farebbe a botte con lui? etc…) spiegando magari che questi tipi di condotte non sono consoni ai bambini, e che si possono manifestare le stesse emozioni anche in tanti altri modi.Per il loro migliore futuro.

Cordialità.

Ho 47 anni, conosco mia moglie da 30 anni (14 anni di …

Ho 47 anni, conosco mia moglie da 30 anni (14 anni di fidanzamento e 16 di matrimonio), abbiamo un bambino di 9 anni che amiamo e cerchiamo di crescere al meglio. Ci vogliamo bene ma io non riesco a dimostrarglielo, non riesco ad avere rapporti sessuali con lei, anche se riconosco che è una bella donna, è diventata, per me, come una sorella e lei questo non lo accetta più (da 2 anni non abbiamo rapporti) anche se andiamo abbastanza d’accordo. Lei ci sta male e io anche, non so più cosa fare….

Risposta:

Indubbiamente i lunghi fidanzamenti non aiutano a creare coesione ed armonia, perché logorano invece di unire: è questo è discorso antico. Ma allo stato attuale delle cose è necessario capire perché non c’è più attrattiva; probabilmente ci sono ostacoli di natura psicologica che frenano l’espandersi delle passioni e la naturalezza delle pulsioni. E’ come se dentro al vostro rapporto ci fosse un virus come nei computer: il virus impedisce ai normali programmi di funzionare e di lavorare al meglio, quindi sarebbe necessario capire di che natura è questo virus: incomprensioni, rancori, rivalità, disaffezione, stanchezza… ecco le ho dato una gamma di possibili argomenti su cui riflettere. Io credo che se si ha voglia di risolvere il problema, lo si può fare anche da soli, altrimenti occorre rivolgersi ad un terapeuta di coppia per farsi aiutare. E’ la strada migliore.

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